sabato 24 dicembre 2011

Frengo.


Una volta mi sono trovato davanti quest'Uomo... e non ho saputo cosa dire. Anche lui però, evidentemente, non aveva poi grandi cose da dirmi. Se la vita ci porterà ad incontrarci ancora, caro Frengo, sappi che non hai nessun motivo per sentirti a disagio. Son tranquillo io, anche se a volte, le insidie di energie lunari, specialmente al buio, mi fanno vivere nell'apparente inutilità.
Nella totale confusione.

(acquerello grigio di payne)

lunedì 5 dicembre 2011

Ho inventato Facebook



Quella mattina fui svegliato dal silenzio, e questo non è normale a casa mia.
 Solo la neve era riuscita a creare un silenzio simile a quello e, dato che quando ero andato a dormire il termometro segnava più o meno venti gradi nonostante dicembre, l'opzione della nevicata venne cestinata subito dopo averla formulata. Niente neve quindi: questa consapevolezza aveva fatto assumere al silenzio una ovvia connotazione negativa.
Ma prima di azzardare altre ipotesi, che fossero più plausibili dell'esplosione atomica o dell'estinzione dell'essere umano escluso il presente causa meteorite, occorreva svegliarsi come si deve e come solo una bella rinfrescata al viso sa fare. Fredda ma non troppo.
Dal rubinetto solo un gorgoglìo e niente altro. "Merda, non c'è l'acqua!" esclamai a bassa voce visualizzando il fungo atomico all'orizzonte.
"Non c'è acqua, prendi la bottiglia in cucina per favore..."
Un momento. Forse sto ancora dormendo, io non ho detto niente stavolta. Quella voce non era la mia. E' ovvio che non sono ancora del tutto sveglio o forse ho pensato più forte del dovuto.


"vuoi che la scaldi un po'?"

Ecco. Non sono io, sono le voci. Sento le voci. Il dottore mi aveva avvisato, sono le voci, io non la voglio quell'acqua riscaldata, riscaldata da chi poi?.
"Va bene grazie mille!".
Forse non era la risposta giusta, non mi ricordo cosa mi aveva detto il dottore riguardo alle voci, assecondarle o ignorarle? Non mi ricordo più. Il dottore mi aveva avvisato, sindrome generale di adattamento, una bella vacanza, lasciare tutto e tutti per un po' ma io niente, ho preferito restarmene qui. E con le vacanze di Natale in arrivo, ovvio che adesso sento le voci.
E' stato difficile muovere i primi passi verso la finestra, le gambe erano come pietrificate e i piedi incollati alle piastrelle del pavimento.
Giù nella strada neanche una macchina, solo una grande buca al centro. Intorno uomini vestiti come l'Eternauta di Oesterheld e Solano Lopez.
"Dopo i dinosauri è toccato a noi, maledetti asteroidi!"

Non ci misi molto a capire che quelle persone con le tute anti radiazioni erano in realtà operai del comune intenti a riparare una perdita alla rete idrica del paese.
"Non ci sarà acqua per un bel po'"
Grazie dell'informazione ma dovete andar via dannate voci, forse la risposta giusta era ignorarle? Cosa mi aveva detto il dottore? Non ricordo, una bella vacanza mi aveva detto, stress mi aveva detto. Ignorarle o assecondarle? 

"Io ho già dato tanto, adesso gli uomini non mi fregano più!"
Cosa? Cosa c'entra questo ora? Gli uomini? Una bella vacanza al più presto, altro che uomini.

"Non dire così! Lasciati andare... dal calcolo e dal compromesso nascono solo amori pesanti.."
Oddio no! Adesso si rispondono pure da sole.. Ignorarle si, ma come si fa?

Dal rubinetto un altro rigurgito. Meglio chiuderlo, dovesse tornare l'acqua mentre sono fuori qui si allaga tutto e oggi ci manca solo questo.


"In giro vedo solo am..."
Il giro del rubinetto spense la voce come il tasto off del telecomando.

Aprii di nuovo.
"credo che se non si fa un po' di pulizia interiore non.."

Chiuso.
"..........."

Aperto.
"..te lo dice una che è stata capace di..."

Chiuso
".........."

L'acqua tornò alle quattro del pomeriggio. Quel giorno imparai molte cose dalle voci che arrivavano dai tubi vuoti. Girando il rubinetto potevo pure cambiare stazione come alla radio.
Il piccolo Antonio riceverà un trattore da babbo natale, il matrimonio di Renzo e Anna è ormai agli sgoccioli, la famiglia orsini ha problemi con i creditori e i Simoncelli si trasferiranno in Emilia, Inde scopa con l'arabo del piano di sotto, Barbara è delusa dagli uomini e pensa di chiudere...
Fu così che inventai facebook.


(china nera e pennarellino)




venerdì 2 dicembre 2011

Zona Industriale

Guarda giù dalla pianura
le ciminiere non fanno più fumo...


(acrilico su tela)

sabato 22 ottobre 2011

Cistite (figura allegorica)

Decorazione murale dal gusto molto antico eseguita qualche giorno fa. La committenza ha detto, esagerando, che le mancava solo la parola e allora non lasciamo l'opera incompiuta: "ohioi, mi brucia la passera!"...


(idropittura lavabile su parete)

martedì 13 settembre 2011

Pesca Grossa

Ti amo. Ti amo tanto così. Ti amo così tanto che non mi bastano le braccia.
Certo che è difficile dare una dimensione o un'unità di misura all'amore, più semplice invece per quanto riguarda i pesci: etti, chilogrammi, braccia, piedi, guadini ("un bestione che non entrava nel guadino")...
Non si capisce perché i pescatori ricorrano sempre ad improbabili iperbole per descrivere le loro prede, come se, insieme alla licenza di pesca, venisse rilasciata pure quella poetica.
I centimetri diventano sempre di più, come nelle gare a chi ce l'ha più lungo che si fanno da adolescenti; gli etti raddoppiano come nelle mani di abili spacciatori di fumo... proprio non capisco da dove venga fuori tutto questo, ma forse sono solo un dilettante. Un giorno capirò.
Per adesso voglio rimanere un onesto pescatore e allora niente racconti ma fotografie. Solo la fotografia rende giustizia alla realtà oggettiva delle cose.



 

(lapis e sarago su carta)

martedì 30 agosto 2011

In Abruzzo.. (safari)


Lo facevamo anche qui nel pisano il safari, ma con risultati notevolmente inferiori. Girare di notte nel parco nazionale della Majella, con i fari alti e l'attenzione accesi, ti toglie grandi soddisfazioni.. Otto (8) volpi e tre (3) cinghialoni* in quanto.. un'ora di safari?

(pennarello nero)

* Cinghialoni scampati alla sagra del cinghiale che si protrae per tutto il mese.

mercoledì 10 agosto 2011

Chiedi alla Polvere.



Carnet de voyage realizzato con l'indice sul lunotto posteriore polveroso... ecco svelato perché non lavassi la macchina da un pò di tempo.
Ed ecco la scusa per non lavarla in futuro: mica posso cancellare questo scorcio del lungarno pisano, eheh.. son furbo.


giovedì 4 agosto 2011

La Stagione Delle More

La stagione delle more
viene e va
All'improvviso senza accorgerti
la vivrai
ti sorprenderà...

Non starò a scrivere un'altra ricetta riguardante la marmellata di more, il web ne è pieno e tutte differiscono di pochi particolari. E poi pure io l'ho scopiazzata lì.
Durante la prima bollitura, prima di aggiungere lo zucchero, si forma un succo viola molto intenso che, dopo averlo assaggiato, non ho resistito alla tentazione di spalmarlo sulla carta per acquerelli. All'inizio, prima dell'asciugatura, il colore rende benissimo, tutto bello brillante e profumato che vien la voglia di leccare il foglio. Poi però, dopo l'assorbimento, si opacizza e tende sempre più ad assomigliare ad una macchia di sporco diventando scura e perdendo la trasparenza. (anche il disegno fa la sua parte e in quanto a bruttezza e banalità non scherza).  La marmellata vera e propria invece, effettuando una stima a vista, sembra buona (in questo momento è ancora sul fornello), speriamo di non scazzare niente.
Per la prossima stagione delle more spero intanto di essere riuscito a togliere i semini che mi sono rimasti incastrati tra denti.

.....L'ho assaggiata! Ha un retrogusto come di affummicato, tipo salmone, ma è mangiabile giù!... forse dovevo spegnerla prima..

Ne abbiamo avute di occasion i
perdendole
non rimpiangerle
non rimpiangerle mai!





(succo di mora su carta per acquerelli)

giovedì 21 luglio 2011

L'Ombrellone Del Viandante

A Marina di Pisa trenta minuti d'ombra gratis per venditori ambulanti e anziani



Era impensabile che il bel gesto del titolare del bagno Vittoria di Marina di Pisa, il quale ha messo a disposizione un ombrellone per i viandanti che transitano davanti al suo stabilimento, potesse suscitare un tale battibecco da occupare le pagine dei giornali locali per due giorni... (continua qui)

(acquerello e pennarellino nero)

giovedì 14 luglio 2011

Muto Come Un Pesce 2

                                                                           (Acquerello)

So che ci sei, ti ho vista! Ero quello con la maschera che ti seguiva insieme alla ragazza mora. Ti guardavamo mentre, con le tue amiche orate, cercavi qualcosa da mettere sotto i denti perlustrando il fondale e gli scogli. E' lì che è nata l'idea che il cibo potevamo dartelo noi, gratis e senza fatica. Non ti dico niente. Se ti sei accorta che all'interno del bigattino c'era un amo del dodici non posso dirti che brava, sei più furba di me. Inutile stare a farti domande, il muggine ha già non risposto anche per te.
La ragazza mora ha una sua versione di quello che accade là sotto mentre noi stiamo sugli scogli a fissare il sugherino, eccola:

                                                                    (Pennarello nero)

mercoledì 13 luglio 2011

Muto Come Un Pesce

Cos'è che non ti piace di quello che ti do? Perchè non rispondi? I bachini non sono abbastanza svegli? L'ultima volta in effetti hanno preso un colpo di calore in macchina e non si muovevano più di tanto.. Oppure stando nel frigo hanno preso il sapore degli zucchini o della cipolla? Io gli zucchini che sanno di bigattini li mangio lo stesso, perchè te no? Come sei stucco muggine. Scommetto che anche la pastura già pronta non è di tuo gradimento. Lo dico perchè non l'hai mai guardata, mai presa in considerazione. Quando la impasto con l'acqua invece, a me aumenta la salivazione e la metterei nel forno per la cena. Ma te sei sofisticato, la roba industriale ti disgusta. Preferisci che la prepari io con il pane francese e la pasta d'acciughe eh? Dimmelo ti prego, io devo capire, non restare muto, io devo sapere.
Va bene, chi tace acconsente, vada per pane e pasta d'acciughe!




Acquerello

martedì 5 luglio 2011

Prima di Svegliarsi

La soluzione a tutto, la soluzione suprema, intuita un attimo prima di svegliarsi...


..è andata perduta per sempre.

(per approfondire il tema "epifanie" si veda qui)


acquerello e pennarellino nero

giovedì 16 giugno 2011

Aspettando l'estate

Aspettando l'estate all'ombra dell'ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l'estasi dei momenti d'ozio
voglio riscoprire aspettando l'estate (Battiato)


(acquerello, pennarellino nero troppo grande ma quello ci avevo, un pò di acrilico per la pioggia, un pò di morale basso stile febbraio, una foto senza flash al posto dello scanner)

mercoledì 15 giugno 2011

En Plein Air

 Uscire per andare a dipingere en plein air e copiare dalla realtà per poi trovarsi a dipingere chez moi per copiare dai ricordi della giornata.


(acquerello bagnato, acquerello sfortunato)

Soddisfazioni!

Questa riproduzione di un dipinto del 700, eseguita con acrilici su tavola e finita con vernice Damar per dargli una parvensa di dipinto ad olio, è diventata lo sportello di un contatore della luce. E per adattarlo è stata pure segata la parte in basso dove scorre.. dove scorreva il fiume sotterraneo. Grandi soddisfazioni! Soddisfazioni anche per questa bellissima foto senza riflessi...

   
(acrilico su tavola)

sabato 11 giugno 2011

VOTA SI

Io ci provo, ma se qualcuno sa farla davvero inizi con la danza della pioggia!!



VOTA SI VOTA SI VOTA SI VOTA SI

Il Passo e la Gamba (moleskine 3)



 

(acquerello su carta per niente idonea)

martedì 7 giugno 2011

Addominali Disegnati

Mi dispiace deludere ancora i visitatori occasionali con un titolo ingannevole. Lo so, è giugno, l'estate è iniziata e la prova costume non vi fa dormire tranquilli. Ma questo non è il sito di Gioia e tantomeno un blog dove si danno ricette miracolose per perdere peso e scolpire il proprio fisico in poche mosse e magari senza fatica.
Questo è il blog di Ma che mangia parmigiano e succo di frutta alla pera prima di andare a letto e fa colazione con i Girasoli alla crema del mulino bianco.
Il segreto del mio fisico scolpito non sta in faticosi esercizi o in privazioni alimentari. No, il mio segreto è un trompe l'oeil, un inganno visivo. Come ci sono i falsi magri, io sono un falso muscoloso da spiaggia.
I miei addominali e i miei pettorali sono, in realtà, disegnati davvero. I peli che mi nascono sul petto e sulla pancia si concentrano e sviluppano su linee ben precise che vanno a creare, come fossero segni lasciati da un pennino di un disegnatore di fumetti, tutta la (finta) fascia addominale e i pettorali. Forse i due disegni qua sotto possono aiutare a far capire l'illusione del mio fisico.
Nell'immagine azzurra è raffigurato il mio ipotetico corpo glabro, in quella arancio come i peli vanno a disegnare un fisico scolpito con tanto di chiaroscuri in un libero tratteggio naturale.






(pennarellino nero e pennarelli su carta comune da stampante)

martedì 31 maggio 2011

Natura morta

C'è del marcio nella mia cucina. Qualcosa si sta decomponendo in qualche angolo nascosto e non c'è verso di scoprire cosa. La sera arrivo a casa, corro verso il frigo pieno di aspettative (io, non il frigorifero) ma, da un pò di tempo,  appena aperta la porta di cucina, mi ritrovo catapultato nella Parigi di Suskind dove...
"le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone, le stanze non areate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell'umido dei piumini e dell'odore pungente e dolciastro dei vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie il puzzo di solventi, dai macelli puzzo di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi..."
Forse è un pò esagerato con il paragone ma dé, la fame ti passa.
Non saprò mai da dove arriva quel puzzo anche se devo ammettere che ultimamente la situazione è assai migliorata. Probabilmente il picco gassoso prodotto dal processo di putrefazione è stato superato... e poi è tutta natura. E' la natura che puzza, quando muore.
E pensare che per dipingere questa natura morta scelsi colori acrilici proprio per limitare il puzzo dentro casa...




acrilico su tela

mercoledì 25 maggio 2011

Ritratti di Norimberga

La storia è questa. Una mattina mi trovavo alla stazione di Pontedera deciso a partire per Barcellona, qualche giorno dopo scendevo alla stazione di Norimberga dopo essere stato un paio di notti a Francoforte. Uno di quei viaggi fatti senza la coscienza del viaggiatore, fatti per scappare da qualcosa che neanche sai. Uno di quei viaggi che al ritorno racconti per stereotipi ai conoscenti: città pulita, posto sicuro anche la sera, la gente è simpatica, si mangia bene, credevo fossero tutti nazisti e invece ho visto tanti compagni e via dicendo...
No, non è vero, sulla moleskine del tempo ci si possono trovare tante impressioni di quel viaggio.
Torniamo alla stazione di Norimberga. Esco fuori, mi metto seduto sulla prima panchina per identificare mentalmente il puntino del "voi siete qui" sulla cartina recuperata al tourismusbüro (credo). Una tipa si avvicina e mi offre un lavoro, fare da modello per un gruppo di artisti.
Nella realtà avevo fatto finta di capire cosa stesse dicendo la ragazza e, in cosa poi consistesse quel lavoro, lo realizzai solo dopo aver assunto la posa seduto in mezzo ad una quindicina di persone che si apprestavano a disegnarmi.

Questi sono i loro gioielli: 














Purtoppo non riuscii a fotografarli tutti perchè i più veloci se ne andarono che ancora stavo posando. Alla fine me ne andai anche io con 18 euro di paga e queste foto. Provai anche a spiegare a qualcuno che pure io disegnavo ma la sola frase un pò più lunga in tedesco che conoscevo era jetzt und immer Widerstand!

P.s. forse quello che un pochino di più mi assomiglia è l'ottavo... forse.

mercoledì 4 maggio 2011

Pisello Odoroso

Stanotte abbiamo trapiantato sul terrazzo una dozzina di piantine di piselli odorosi rampicanti. Spero che presto riescano a coprire tutta la ringhiera del terrazzino di camera in modo da poter dormire con la porta aperta senza dover subire gli sguardi dei passanti.
So che la maggior parte di voi è arrivata su questa pagina cercando altre risposte e siccome sono buono un consiglio ve lo do lo stesso: usate un detergente intimo antibatterico con un ph leggermente acido. Se poi tra gli ingredienti leggete eugenia cayophyllata ed elicriso, che garantiscono una protezione antibatterica totale, tanto meglio.

lunedì 25 aprile 2011

Cucù!



...bello essere svegliati dalla banda di paese che esegue BELLA CIAO... 




(acquerello,  poi fotografato col telefono scaciolone)

lunedì 21 marzo 2011

Barabba

Trovare un pò di silenzio è cosa rara a casa mia.
Le auto passano senza sosta per tutto il giorno, fino all'una di notte e oltre. Sirene delle ambulanze e della polizia che nemmeno a Hell's Kitchen... poi ogni mattina alle sette la spazzatrice, tranne il mercoledì quando i mercatari hanno già occupato la piazza dall'alba. E gli albanesi che ascoltano in macchina musica araba, gli arabi che ascoltano musica araba, e il bum bum delle casse Rotterdam dalle auto di passaggio... Il fine settimana i due bar davanti la camera aprono alle tre del mattino per dare cappuccini e cornetti ai tipi della notte che tornano in piena forma dalle discoteche con gli stereo a tutto volume per i colpi di sonno, saziano la loro fame chimica e restano lì finchè l'alcol dallo stadio liquido non diventa parola fino ad esalare quasi completamente. Cioè l'alba. Ma va bene così maledetti, non sarebbe più casa mia sennò, e poi vi ho assimilato ormai.
La domenica pomeriggio, subito dopo pranzo quando i capannelli di persone sono stati sciolti dai profumi delle lasagne e degli arrosti, ti illudi per un attimo e, vista la rarità della cosa, credi di esser diventato sordo. Ma come ho detto, per un attimo.. Alle tre, proprio mentre tutto il mio essere è impegnato ad iniziare la digestione lasciandomi in quello stato di sonno meditativo, l'immancabile funerale sfila sotto camera mia con il suo seguito di ave marie recitate al megafono e a ruota parte la giostra dei bimbi con la sua scaletta musicale che prevede soltanto all you need is love e che si protrae per tutto il pomeriggio. 
Soltanto a notte fonda, quando nella maggior parte dei casi mi trovo ormai già al di là del sole, dell'etere e dei confini stellati, soltanto allora i rumori cessano. (Fine settimana esclusi naturalmente!).
Tre o quattro ore dove si ode solamente il rumore dell'acqua della fontana della piazza. Ma questo è rilassante e, se non si è di vescica debole, ti lascia dormire e ti aiuta a fare sogni belli. Lo so che le parole piazza, fontana e bei sogni stonano parecchio se messe insieme, ma pensate al rumore dell'acqua, come la risacca del mare, perchè di quello sto parlando.

Quelle poche ore di silenzio, da qualche settimana, sono state occupate dal canto di un uccello notturno o forse da un uccello diurno insonne. L'altra sera mi son sentito di scendere in piazza per andare a conoscerlo. Era il 19 marzo e il nostro satellite si trovava al perigeo in fase di luna piena. Ho usato la superluna come sfondo per passare al setaccio tutti i rami dei platani ancora privi di foglie e alla fine l'ho visto, tutto bellino che cantava il suo motivetto baluginante nel buio. Poi ho riso pensando allo stolto che, quando gli indicano la luna, non solo non vede la luna ma neanche il dito, vede un uccello.
Comunque non sono riuscito a capire che razza di uccello fosse e, nell'incertezza, gli ho affibbiato un nome io.
Quando devo scegliere, nel dubbio scelgo sempre Barabba.

BARABBA


(pennarello nero)

sabato 5 marzo 2011

Scontro a fuoco a Foiano.

Delle tavole fatte nel 2002 con la china usata come acquerello, una storia della resistenza con una sceneggiatura che non quadra per niente. Ci vuole molta fantasia...per riuscire a leggerla!
Si svolge in Valdichiana e vede protaginisti un gruppo di partigiani che si scontra, un pò casualmente, con una pattuglia nazifascista. L'azione è rapidissima ed inevitabile. E' un fascista, autista dei tedeschi, che dà l'allarme e scatena il fuoco incrociato. Ci sono feriti da entrambe le parti, un morto tra i partigiani, c'è l'ansia per le famiglie possibili bersagli di rappresaglia, la tristezza per la successiva cattura di un gruppo di partigiani e antifascisti.
Una storia a fumetti non dovrebbe avere bisogno di nessun "spiegone" preventivo per essere seguita. Questa ce l'ha!










La storia, volutamente, si ferma a questo episodio e non racconta delle sevizie che i partigiani dovettero sopportare, né della fucilazione di tre di loro sulla piazza di Foiano.

giovedì 3 marzo 2011

Lungo il viale di pioppi



Al cimitero ci ho imparato a leggere, ho imparato a leggere i nomi sulle lapidi. Le prime parole lette sono state nomi di gente morta. Più avanti ho imparato a farci anche i conti al cimitero, all’inizio delle semplici sottrazioni per calcolare la durata di una vita, poi, di pari passo con il programma scolastico, iniziai a fare la media di tutte le differenze ottenute, così, per sapere più o meno quanto ancora restava da vivere alle persone che conoscevo. Per la divisione mi aiutavo con pezzi di coccio usati come gessetti sul cemento. Al cimitero, oltre ai morti ufficiali, avevo una lista di gente morta da andare a trovare, amici che mi ero fatto lì nei pomeriggi passati tra tombe, calcoli e cipressi, persone che mi erano rimaste simpatiche da una fotografia. Avevo anche dei nemici tra quei morti, morti antipatici colpevoli di esser venuti male nella loro ultima foto. Passavo a trovare anche il più vecchio del cimitero con la lapide scura e senza fiori. Non ricordo se fosse stato il primo a nascere o il primo a morire, o forse prima di lui non avevano ancora inventato il cimitero. Poi c’erano le tombe piccole dei bambini ma tante senza la foto, che non avevano vissuto abbastanza da poter vedere una macchina fotografica. Io pensavo che molti di loro si trovassero ancora allo stato embrionale, con la testa grande e gli arti non del tutto sviluppati. Non di certo fotogenici, no. E quella zona non mi piaceva affatto, lì la gente era più triste del normale e l’idea di corpi non del tutto umani sotto ai piedi e nei muri mi spaventava, tanto che le loro vite non finivano nemmeno tra gli addendi per il mio calcolo della vita media. Anche i nuovi arrivi non avevano foto, ma croci di legno piantate nella terra smossa e poi fiori, tanti, corone di fiori, mazzi di fiori profumati di camposanto. Lei era bellissima, con i capelli alla moda, relegata in un angolo basso in fondo al corridoio dal 1922, l’epitaffio diceva che aveva dato la sua giovane vita per l’arte e per l’amore. Uscivamo insieme dal cimitero e, lungo il viale di pioppi, le facevo vedere come il mondo fosse andato avanti.