martedì 31 maggio 2011

Natura morta

C'è del marcio nella mia cucina. Qualcosa si sta decomponendo in qualche angolo nascosto e non c'è verso di scoprire cosa. La sera arrivo a casa, corro verso il frigo pieno di aspettative (io, non il frigorifero) ma, da un pò di tempo,  appena aperta la porta di cucina, mi ritrovo catapultato nella Parigi di Suskind dove...
"le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone, le stanze non areate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell'umido dei piumini e dell'odore pungente e dolciastro dei vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie il puzzo di solventi, dai macelli puzzo di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi..."
Forse è un pò esagerato con il paragone ma dé, la fame ti passa.
Non saprò mai da dove arriva quel puzzo anche se devo ammettere che ultimamente la situazione è assai migliorata. Probabilmente il picco gassoso prodotto dal processo di putrefazione è stato superato... e poi è tutta natura. E' la natura che puzza, quando muore.
E pensare che per dipingere questa natura morta scelsi colori acrilici proprio per limitare il puzzo dentro casa...




acrilico su tela

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