mercoledì 29 febbraio 2012

Il Metodo Stanislavskij.

Come tutti i giorni entrai con la macchina in garage guidando con la parte destra del cervello senza vedere, parcheggiata là in fondo, la cariola del muratore.
Erano ormai mesi che quel muratore doveva venire per dei lavori al solaio e ormai avevo perso la speranza. Lo sappiam tutti come sono i muratori, stai ad attenderli per giorni e non vedi l'ora che arrivino e poi, una volta arrivati, non vedi l'ora che se ne vadano via di nuovo.
Insomma, la cariola stava accanto alla parete in fondo al garage, con i manici rivolti verso di me, ignari che a breve avrebbero scoperto com'è fatto l'interno del motore di una Ford Fiesta.
Fumo per la stanza e liquidi colorati sul pavimento.
Il danno era ingente ma lo scaltro meccanico mi combinò un finto incidente infilandomi con carte false in un tamponamento realmente avvenuto qualche giorno prima. A me non sarebbe rimasto che pagare l'aumento per il passaggio di classe e, facendo una rapida analisi mentale costi-benefici, la cosa sembrava essere piuttosto vantaggiosa.
Tutto questo però aveva un costo extra, ovvero portare il c.i.d. (constatazione amichevole d'incidente N.d.a.) all'assicuratore e naturalmente raccontargli la dinamica dell'incidente.
Inventare una cazzata ad un assicuratore, persona notoriamente sospettosa, mi aveva creato una certa ansia, credo simile a quella che assale un attore a pochi giorni dalla prima. Decisi così che avrei imparato alla perfezione la parte con l'ausilio dell'abusato metodo Stanislavskij.

Tutto ciò che non è rivissuto resta inerte, meccanico ed inespressivo.

"Pontedera, zona cimitero. Dopo il tramonto. Nuova viabilità e nuovo centro commerciale sono sinonimi di traffico e rallentamenti. Piove fortissimo. Si sente il giornale radio di popolare network che parla di allarme maltempo per tutto il centro-nord. L'auto davanti alla mia frena improvvisamente e si vede la mia faccia illuminata dal rosso degli stop. Inquadratura del piede che schiaccia il pedale del freno. Telecamera di nuovo su di me, occhi chiusi, luce bianca sparata in faccia e rumore di frenata. Quando entra il rumore dell'urto l'immagine sullo schermo è già tutta nera. Poi solo nero e rumore di pioggia.
In pochi secondi mi accorgo che non mi sono fatto niente ed esco dall'auto. La macchina da presa effettua un campo lungo con tutte e tre le vetture coinvolte nel sinistro. Anche lo sportello della Peugeot che ho tamponato si sta aprendo ed esce, pallida in volto per lo spavento, una ragazza bellissima con i capelli neri. Ci guardiamo per lunghi secondi senza dire niente per dar tempo alla pioggia di bagnarci in ogni parte. Le auto che ci passano accanto e illuminano ad intermittenza i volti sembrano silenziose tanto è forte il rumore della pioggia. "Sicura che non ti sei fatta niente?", "Si...si, sicura... anzi scusami..", "Scusami tu, sarei dovuto stare più distante...", "..è che anche la macchina davanti alla mia ha frenato e...", "ma stai tremando, dai entriamo in macchina..".
La nostra constatazione amorosa d'incidente viene interrotta da una voce fuori campo poco lontana. Campo lungo. Silhouette di un uomo con l'ombrello che si avvicina verso di noi. E' appena sceso dal Mercedes bianco, la terza macchina coinvolta nell'incidente. I fari delle auto di passaggio mostrano un signore distinto e ben vestito, con un portamento quasi ottocentesco. Dice: "Fortuna che stiamo tutti bene, forza, andiamo in un posto riparato e guardiamo come stanno messe le nostre auto... e lasciamo perdere i pubblici uffuciali che fanno solo perdere un sacco di tempo".
Io in primissimo piano che incrocio gli occhi della ragazza. Lei mi sorride. Ancora non avevamo guardato i danni alle autovetture e qui una musica fa capire allo spettatore che tra noi è nata un'intesa che non finirà con quell'acquazzone.
Parcheggio coperto del centro commerciale, telecamera sul suolo, le tre auto che arrivano tutte in fila. L'altoparlante annuncia le offerte speciali della settimana mentre noi tre ci scambiamo dati e documenti, uniche persone ferme tra tutte le comparse indaffarate con i carrelli e le buste. Inquadratura dall'alto, il modulo c.i.d. appoggiato sul cofano della Peugeot, ben visibile allo spettatore il mio pennarellino Staedtler punta finissima che scorre sembra pagato."

Un momento, questa cosa non è plausibile. Il c.i.d sul cofano non va bene. Il cofano dovrebbe essere bagnato per la pioggia... vabbè, lo avevo assciugato con la pelle che tengo sempre in macchina...

"Iniziamo  a riempire il modulo e le nostre descrizioni dei danni subiti fanno da didascalia alla carrellata di immagini sui vari paraurti divelti, fanali rotti ecc... Soggettiva della ragazza su di me che dico, sotto una luce al neon che mi rende davvero interessante: "Secondo l'assurda regola del tamponamento a catena la colpa del sinistro ricadrà tutta su di me". Inquadratura della mano che firma il modulo. Il signore della Mercedes, dopo aver apposto anche la sua firma, fatto i complimenti per la scorrevolezza dello Staedtler e aver detto che io e la ragazza mora formiamo proprio una bella coppia, ci propone un invito a cena nella sua casa immersa nella campagna pisana. Noi arrossiamo solo un poco e accettiamo l'invito. Un po' per cortesia, un po' per rivederci nuovamente. Ma forse l'uomo aveva già intuito...".
Fine.
La sceneggiatura era pronta, non restava che imparare la parte alla perfezione e affrontare l'assicuratore. Passai giorni a ripetere il tutto e ad aggiungere sempre più dettagli per far sembrare il racconto il più reale possibile.


Uscii dall'ufficio dell'assicuratore deluso, non si era tanto dilungato in domande particolareggiate e a me era rimasta una gran voglia di dimostrare le mie capacità attoriali. Unico momento rilevante della conversazione fu quando l'assicuratore mi chiese se fossi sicuro che la ragazza non avesse intenzione di denunciare un colpo di frusta: "Sai come funziona, dapprima non c'è nessun dolore, poi una volta che la parte si raffredda... e comunque ci sono diversi soldi di risarcimento..".  Gli risposi arrabbiato che ero sicuro, più che sicuro, che la ragazza della Peugeot non avrebbe mai dichiarato il falso. Non lei. Poco importava se era solo un personaggio di una sceneggiatura truffaldina, io l'amavo e anche lei mi amava.
Dopo quasi un mese ho ripreso la macchina, sembra nuova. Il problema è che, ogni volta che  mi metto alla guida di notte, l'incidente mi torna alla mente e vengo preso dal terrore. Ogni volta che piove vedo ruote troppo lisce per far attrito con l'asfalto, auto che ruotano come i dervisci di Battiato e lamiere che si accartocciano su se stesse. Sono rimasto traumatizzato da un incidente che non ho mai fatto, alla faccia del metodo Stanislavskij.

(penna nera)


2 commenti:

  1. Da qui ci poteva uscire un romanzetto interessante, era davvero un'ottima storia! :D

    Comunque i disegni delle scarpe sono davvero davvero belli!!! Le Converse poi 10 e lode!!!
    Complimenti!
    (Ma per curiosità.. li vendi, li esponi, ci fai qualcosa? Meritano davvero..)

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  2. Le scarpe sono fatte per sperimentare cose nuove, il disegnare e dipingere funziona un pò come per gli strumenti musicali: se non fai esercizio e riprendi la chitarra dopo mesi è difficile che tu abbia fatto dei passi avanti, ma se intrugli e intopi spesso non può far che bene... Come fanno bene anche i complimenti eh!
    Comunque se suoni non farlo mai in fila alle Poste, chissà cosa potrebbe succedere!! Condividi pure deh, ci mancherebbe ;)

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