martedì 13 settembre 2011

Pesca Grossa

Ti amo. Ti amo tanto così. Ti amo così tanto che non mi bastano le braccia.
Certo che è difficile dare una dimensione o un'unità di misura all'amore, più semplice invece per quanto riguarda i pesci: etti, chilogrammi, braccia, piedi, guadini ("un bestione che non entrava nel guadino")...
Non si capisce perché i pescatori ricorrano sempre ad improbabili iperbole per descrivere le loro prede, come se, insieme alla licenza di pesca, venisse rilasciata pure quella poetica.
I centimetri diventano sempre di più, come nelle gare a chi ce l'ha più lungo che si fanno da adolescenti; gli etti raddoppiano come nelle mani di abili spacciatori di fumo... proprio non capisco da dove venga fuori tutto questo, ma forse sono solo un dilettante. Un giorno capirò.
Per adesso voglio rimanere un onesto pescatore e allora niente racconti ma fotografie. Solo la fotografia rende giustizia alla realtà oggettiva delle cose.



 

(lapis e sarago su carta)

5 commenti:

  1. era grosso per davvero...

    si.

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  2. si, era grosso. C'era anche un' Occhiata ma non entrava nell'obiettivo!!

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  3. meglio il sarago o il lapis? beh, tutti e due ma al giusto posto. lapis nel forno e sarago su carta !!!
    ;^)

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  4. Se fossero stati totani potevo usare il lapis per lo spiedino!!

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  5. e perfetti colori... ma era buono poi?

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